Con questa espressione viene indicata la graduale adozione di fonti di energia rinnovabile, come l’eolico, l’idroelettrico o il fotovoltaico, invece di fonti ad alto livello emissivo di CO2: un processo di trasformazione che si inserisce in un più ampio passaggio verso strategie di sviluppo sostenibile, anche in ottica di economia circolare.
In questa direzione si muove il Green Deal europeo, ovvero un insieme di iniziative politiche che puntano alla neutralità climatica entro il 2050. In Italia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha accolto la strategia di crescita EU e il Ministero della Transizione Ecologica ha stanziato circa 69,8 miliardi destinati alla rivoluzione verde. Gli investimenti sono destinati a quattro aree d’intervento: efficienza e riqualificazione degli edifici; fonti energetiche rinnovabili e mobilità locale sostenibile; tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica; impresa verde ed economia circolare.
Inoltre, nel corso della conferenza sul clima Cop26 di Glasgow sono stati siglati diversi accordi tra i Paesi che fanno parte delle Nazioni Unite. Il primo e più importante è volto a ridurre gradualmente l’utilizzo del carbone tra i firmatari. Durante la conferenza sono stati raggiunti anche diversi concordati su temi specifici della transizione energetica stipulati tra vari gruppi di Paesi. Tra questi ci sono un progetto per rafforzare la mobilità elettrica tra il 2035 e il 2040, un accordo contro la deforestazione e un’iniziativa per ridurre del 30% le emissioni di metano entro il 2030.
Negli anni il Gruppo ha avviato diverse attività per contribuire attivamente al cambiamento in corso.