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- Bere l’acqua del rubinetto: credenze, vantaggi e benefici
È normale chiedersi se bere acqua dal rubinetto sia una scelta sicura, la risposta a questa domanda è: assolutamente sì. In Italia, infatti, l’acqua del rubinetto è soggetta per legge a controlli analitici che vengono effettuati in modo programmato e costante, garantendo così la qualità dell’acqua.
La sicurezza per la salute è un requisito primario che il Gruppo Acea, tramite la società Acea Ato 2 che gestisce il servizio idrico a Roma e provincia, garantisce sulla propria rete di distribuzione dell’acqua potabile con controlli continui e rigorosi fin dalla falda. Utilizzare acqua di rubinetto rappresenta un’azione virtuosa di tutela dell’ambiente. I motivi per scegliere di bere l’acqua dal rubinetto sono molteplici, non ultimo la comodità di averla sempre a disposizione.
Ma come si determina la qualità dell’acqua potabile? Attraverso i controlli.
L’analisi delle principali caratteristiche chimiche e microbiologiche dell’acqua – come, per esempio, la quantità di residuo fisso contenuto – permette di stabilirne i parametri di qualità.
Complessivamente nel 2023 sono state eseguite 419.940 determinazioni analitiche nel territorio dell’Ato 2 (Roma e provincia), per un totale di 14.412 campioni di acqua potabile.
Nel 2017 – tramite decreto del Ministero della Salute – è stata stabilita l’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA). Tramite i PSA è possibile prevenire i rischi inerenti al servizio idrico potabile; ciò è reso possibile grazie ai puntuali controlli che avvengono lungo tutta la catena dell’approvvigionamento dalla captazione fino al contatore di utenza.
Le determinazioni analitiche per le acque destinate al consumo vengono effettuate su campioni prelevati da sorgenti, pozzi, impianti di adduzione, serbatoi e lungo le reti di distribuzione, nonché su campioni prelevati per controlli straordinari. La frequenza dei controlli e i punti di prelievo sono stabiliti considerando i volumi di acqua distribuita, la popolazione servita, lo stato di reti e infrastrutture e le caratteristiche peculiari delle fonti locali.
Il processo di implementazione dei PSA è cominciato con un progetto pilota di Acea Ato 2 in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità nel 2018 e ora è consolidato all’interno delle attività della società. Ad oggi il team di lavoro dedicato ha predisposto i PSA dei maggiori 10 sistemi acquedottistici gestiti, per un’estensione di circa 640 km.
Il residuo fisso dell’acqua indica la quantità di sali presenti per litro d’acqua espressi in milligrammi. Tale valore si ottiene pesando i sedimenti che rimangono dopo aver fatto evaporare un litro d’acqua.
Il residuo fisso dell’acqua oligominerale ha un valore al di sotto dei 500 mg/l: le acque con tale caratteristica sono pertanto ritenute le adatte per essere consumate quotidianamente, in quanto presentano in media una composizione salina bilanciata che permette all’acqua di avere una corretta funzione diuretica.
Il valore medio del residuo fisso dell’acqua stimato da Acea Ato 2 è di 385,9 milligrammi per litro.
Roma è una delle poche metropoli al mondo a godere di una rete idrica che, per gran parte dell’acqua erogata, non richiede un trattamento di potabilizzazione preliminare: l’acqua sorgiva prelevata per approvvigionare l’area di Roma e Fiumicino presenta livelli qualitativi eccellenti già all’origine.
Nonostante questa premessa la qualità della fornitura viene monitorata e certificata da Acea Ato 2 attraverso analisi effettuate mediante strumentazioni collocate negli acquedotti e tramite prelievi di campioni giornalieri.
La qualità dell’acqua alla fonte e i controlli severi rendono quindi bere l’acqua del rubinetto non solo una pratica abitudine per i romani, ma anche una scelta estremamente sostenibile.
Il risparmio idrico e il consumo responsabile dell’acqua sono temi molto importanti e attuali. È possibile utilizzare qualche piccolo accorgimento quotidiano per risparmiare acqua e ridurre gli sprechi all’interno delle nostre abitazioni.
La regola generale è quella di non utilizzare in modo improprio l’acqua potabile e di evitarne il più possibile la dispersione.
Un buon accorgimento è per esempio quello di applicare ai rubinetti riduttori di flusso, ovvero piccoli dispositivi da installare direttamente delle utenze domestiche che riducono la portata del getto d’acqua senza comprometterne la resa e limitandone così il consumo.
Altra buona regola è quella di controllare sempre che i rubinetti siano ben chiusi dopo averli utilizzati e di riparare subito eventuali perdite, oltre a usare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico. Può essere molto utile anche chiudere il rubinetto centrale ogni qual volta si abbia intenzione di passare un periodo più o meno lungo fuori casa.
Infine, per il lavaggio di alimenti o piatti è bene usare contenitori – e non il getto diretto – per evitare gli sprechi.
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