Un buon indicatore della sua qualità? Un’alta percentuale di sostanze umiche che rappresentano “il tesoro” del prodotto. “Somministrare fertilizzante organico al terreno significa arricchirlo di biodiversità.” precisa sempre Chilosi.
Come funziona un progetto di ricerca in questo settore?
Il primo step è l’ascolto delle aziende agricole che già utilizzano il fertilizzante di Acea Ambiente.
“Attraverso le visite agli agricoltori e con la relativa compilazione di questionari standardizzati, valutiamo la risposta produttiva del terreno e, nel caso, forniamo dei suggerimenti dal punto di vista agronomico. Questa parte del lavoro è fondamentale perché gli agricoltori offrono continuamente importanti spunti su come migliorare l’utilizzo del fertilizzante organico o quando somministrarlo al terreno e/o in corrispondenza di quale lavorazione. Dal confronto nascono nuove idee e prospettive.” sottolinea Chilosi.
Lo step successivo riguarda la valutazione delle potenzialità fertilizzanti con il compost su diversi tipi di colture.
“Abbiamo avviato anche sperimentazioni presso l’azienda agraria dell’Ateneo e su alcuni terreni di proprietà di Acea Ambiente. Grazie a questo lavoro raccogliamo dati sulla produzione quantitativa e sulle performance qualitative, sui benefici che l’ammendante apporta alla salute della pianta e sull’aumento della fertilità chimico-fisica e biologica del suolo derivante dal suo utilizzo.”
Come risultato, il compost organico deve assicurare all’agricoltore una produzione equivalente se non superiore a quella ottenuta con i fertilizzanti chimici.
“I dati elaborati in modo statistico ci permettono di definire quali sono i migliori sistemi di somministrazione, con il fine di stilare le linee guida per il miglior utilizzo del fertilizzante di Acea Ambiente nelle diverse produzioni agroalimentari.”
Le tre tipologie di compost