La sua squadra di tecnici interviene tre volte a settimana per le operazioni di pulizia e due volte al mese per lo svuotamento completo delle vasche e la disinfezione dell’acqua.
La manutenzione delle macchine avviene dietro le quinte della scenografia marmorea, dove si nasconde un cuore tecnologicamente avanzato ed evoluto. È la camera di manovra, l’antico serbatoio a volte romane che si trova al livello delle vasche e guarda alla fontana attraverso i due finestroni da cui l’acqua anticamente defluiva in caso di piena. “Facciamo spesso visite guidate qui con studenti di scuole e università, ma non solo. Ho mostrato la camera di manovra a delegazioni di ingegneri di tutto il mondo, ad architetti e a personalità celebri come capi di Stato e re.”, racconta Davide.
La camera di manovra nel tempo
1872
Un serbatoio a due vani alimenta la fontana e i condotti per la distribuzione ai cittadini
1946
Vengono installate le prime pompe elettriche a ricircolo
1976
Le pompe elettriche vengono spostate nel secondo vano, al livello della fontana
Oggi
Il controllo delle pompe elettriche avviene da remoto
Oggi come allora la camera di manovra è divisa in due ambienti.
“Ognuno era capace di contenere 400m3 di acqua. L’acqua arrivava direttamente dall’acquedotto Vergine con una capacità di 500 litri al secondo, a 90 gradi rispetto alla statua di Oceano. Da qui defluiva, attraverso un’asola del muro da cui passavano 220 litri d’acqua che cadevano prima in un grosso vaso, poi all’interno di 4 anfore, e da qui alle vasche. Noi oggi facciamo circolare ogni giorno la stessa quantità d’acqua per alimentare i giochi della fontana. Manteniamo una pressione costante per evitare che la fontana vada in overflowing o che il flusso subisca intermittenze. Per il resto funziona tutto come una volta, con un sistema idrico a caduta.”
“La camera di manovra è stata ed è il vero cuore della Fontana di Trevi. Oltre al cuore, mi piace pensare che sia anche la testa.”, continua Davide.