Compost e sostenibilità: Acea e l'Università della Tuscia

Capire quali sono i benefici del compostaggio e prediligere fertilizzante organico per le piante è il primo passo per rispettare il territorio in cui viviamo.

Cos’è il compost?

Quando parliamo di agricoltura sostenibile e biologica parliamo anche di compost. Il mercato oggi in Italia conta circa 1,9 milioni di tonnellate di fertilizzante organico prodotto. Ma cos’è il compost?
Il compost è la definizione generica di un fertilizzante derivato dalla trasformazione dei rifiuti organici di vario tipo.
In termini di legge, viene indicato come ammendante compostato.
Il suo utilizzo in agricoltura è estremamente efficace ed è per molti la soluzione da prediligere rispetto ai fertilizzanti chimici.
Ma non solo, il compost organico è in grado di rispristinare la fertilità del suolo, prevenire le malattie delle piante e la desertificazione del territorio, causata da eventuali periodi di siccità, dall’aumento delle temperature e dall’impoverimento della sostanza organica nel terreno.  

Le principali caratteristiche del compost

Infografica sulle caratteristiche del compost

Acea Ambiente produce varie tipologie di fertilizzanti organici e ha avviato da tempo una stretta collaborazione con il Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (DIBAF) dell’Università della Tuscia.

La qualità del fertilizzante organico di Acea Ambiente è al centro della collaborazione tra Acea Ambiente e il DIBAF dell’Università della Tuscia. Attraverso progetti di ricerca e sperimentazioni che partono dalla raccolta di dati e dallo studio sul campo, l’obiettivo finale è quello di stilare dettagliate linee guida per l’uso corretto dell’ammendante compostato.

Un aiuto alla biodiversità

“Questa partnership permette di approfondire il tema della ricchezza di microrganismi nel compost, l’aumento della biodiversità microbica nel suolo derivante dal suo uso e di divulgare i risultati della ricerca e sperimentazione, attraverso pubblicazioni e congressi” racconta il professore Gabriele Chilosi, uno dei docenti dell’Università della Tuscia coinvolti nel progetto.
“Sono un fitopatologo e docente dal 1991 nel Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Università degli Studi della Tuscia. Negli ultimi anni ho approfondito il tema dell’agricoltura sostenibile.”

La sinergia tra compost e microrganismi crea un più armonico sviluppo dell’apparato radicale della pianta e una maggiore resistenza alle malattie: il suo utilizzo aiuta la produzione di elementi nutritivi come azoto e potassio. Il suolo diventa più facile “da lavorare” e acquisisce una maggiore capacità di trattenere l’acqua.
Professore Gabriele Chilosi

Un buon indicatore della sua qualità? Un’alta percentuale di sostanze umiche che rappresentano “il tesoro” del prodotto. “Somministrare fertilizzante organico al terreno significa arricchirlo di biodiversità.” precisa sempre Chilosi.

Come funziona un progetto di ricerca in questo settore?

Il primo step è l’ascolto delle aziende agricole che già utilizzano il fertilizzante di Acea Ambiente.
“Attraverso le visite agli agricoltori e con la relativa compilazione di questionari standardizzati, valutiamo la risposta produttiva del terreno e, nel caso, forniamo dei suggerimenti dal punto di vista agronomico. Questa parte del lavoro è fondamentale perché gli agricoltori offrono continuamente importanti spunti su come migliorare l’utilizzo del fertilizzante organico o quando somministrarlo al terreno e/o in corrispondenza di quale lavorazione. Dal confronto nascono nuove idee e prospettive.” sottolinea Chilosi.

Lo step successivo riguarda la valutazione delle potenzialità fertilizzanti con il compost su diversi tipi di colture.

“Abbiamo avviato anche sperimentazioni presso l’azienda agraria dell’Ateneo e su alcuni terreni di proprietà di Acea Ambiente. Grazie a questo lavoro raccogliamo dati sulla produzione quantitativa e sulle performance qualitative, sui benefici che l’ammendante apporta alla salute della pianta e sull’aumento della fertilità chimico-fisica e biologica del suolo derivante dal suo utilizzo.”

Come risultato, il compost organico deve assicurare all’agricoltore una produzione equivalente se non superiore a quella ottenuta con i fertilizzanti chimici.
“I dati elaborati in modo statistico ci permettono di definire quali sono i migliori sistemi di somministrazione, con il fine di stilare le linee guida per il miglior utilizzo del fertilizzante di Acea Ambiente nelle diverse produzioni agroalimentari.”

Le tre tipologie di compost

Infografica su tipologie di compost

Agricoltura sostenibile ed economia circolare

Se da un lato la collaborazione tra Acea e l’Università aiuta a migliorare il prodotto sia per la fase di compostaggio che nella modalità d'uso, dall’altro contribuisce a diffondere una cultura che vede il fertilizzante organico e le sue proprietà come soluzione ai problemi del suolo e delle colture.

“Tutte le coltivazioni dovrebbero ricevere almeno un 20% di fertilizzante organico nel suolo e il compost è un ottimo strumento per raggiungere questa percentuale. Diverse aziende agricole sono molto soddisfatte perché fornisce un valore aggiunto alla produzione in termini di qualità, proprio perché arricchisce il suolo con la sostanza organica.” afferma Chilosi.

Il fertilizzante inoltre non porta solo benefici alla produzione agricola ma, provenendo dal riciclo di rifiuti e scarti, favorisce il processo di economia circolare e l’adozione di metodi produttivi più sostenibili.
La strada è ancora lunga. Ma l’obiettivo da raggiungere è molto chiaro: ottenere il meglio oggi, preparando il terreno per chi verrà dopo di noi.

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